Format : Score
SKU: HL.14030522
ISBN 9788759860236.
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Scottish Dances is based on three Scottish traditionals: Cock of the North, The Bonnie Bank's O'Loch Lomond and Marie's Wedding. I. Cock of the North's name is used for multiple things or events. For example for a locomotive to a famous, it seems, delicious liqueur, and rallies to snowboard competitions. Furthermore is Cock O' the North a nickname of a famous Duke. (The 4th Duke of Gordon). In this composition Cock of the North (a Jig) is a traditional Scottish bagpipe tune, regularly played on tattoos by Pipe Bands. Not infrequently the drummers sing the text. Auntie Mary, had a canary, Up the leg of her trousers While she was sleeping Iwas peeping Up the leg of her trousers. II. The Bonnie Bank's O'Loch Lomond is about a sad story that took place during an revolt against the British. In 1745 Bonnie Prince Charlie had to retreat. Two of his men were captured. One was convicted and executed, while the other was released. The spirit of the executed soldier would arrive in Scotland via the 'low road' (underworld) before his companion, who had still a long way to go. You'll take the high road And I'll take the low road And I'll be in Scotland afore ye But me and my true love will never meet again On the Bonnie Bonnie Banks of Loch Lomond III. In a Scottish wedding, after the official ceremonies, there is often danced. This is called a ceilidh. For this we use traditional Scottish music such as Marie's Wedding '. Mid dance we go back to the church, where a lovely song in honor of the couple sounds. Marie's Wedding has been recorded by Van Morrison (among many others). Step we gaely, on we go, heel for heel and toe for toe Arm and arm and on we go, all for Marie's wedding Scottish Dances is gebaseerd op drie Schotse traditionals: Cock of the North, The Bonnie Bank's O'Loch Lomond en Marie's Wedding. I. De naam Cock of the North wordt voor meerdere dingen of evenementen gebruikt. Van een beroemdelocomotief tot een, naar het schijnt, een heerlijke likeur, en van rally's tot snowboard wedstrijden. Bovendien was 'Cock O' the North' een bijnaam van een bekende hertog. (the 4th Duke of Gordon) Het in deze compositiegebruikte Cock of the North (een Jig) is een traditioneel Schotse bagpipe tune (doedelzak liedje) wat regelmatig gespeeld wordt op taptoes door Pipebands. Niet zelden zingen de slagwerkers de tekst mee. Auntie Mary, had acanary, Up the leg of her trousers While she was sleeping I was peeping Up the leg of her trousers. II. 'The Bonnie Bank's O'Loch Lomond', gaat over een triest verhaal dat zich afspeelde tijdens een opstand tegende Engelsen. In 1745 moest Bonnie Prince Charlie zich terugtrekken. Twee van zijn mannen werden gevangen genomen. Eén van hen werd veroordeeld en geexecuteerd, terwijl de ander vrijgelaten werd. De geest van de geexecuteerde soldaatzou via de 'low road' (onderwereld) eerder in Schotland aankomen dan zijn kameraad, die nog een lange ruige weg te gaan had. You'll take the high road And I'll take the low road And I'll be in Scotland aforeye But me and my true love will never meet again On the Bonnie Bonnie Banks of Loch Lomond III. Bij een Schotse bruiloft wordt na de officiele plechtigheden vaak gedanst. Dit noemt men een ceilidh. Hiervoor gebruiktmen traditionele Schotse muziek zoals bijv. 'Marie's Wedding'. Halverwege de dans gaan we nog even terug naar de kerk, waar een lieflijk lied ter ere van het bruidspaar klinkt. Marie's Wedding is o.a. door Van Morrison opgenomen.
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ISBN 9788881094561. 6.5 x 9.5 inches.
Proiezione in origine dei valori e dei miti di una tragica militanza ideologica, la nozione di Umanesimo civile l’idea di una epocale convergenza tra la mutazione culturale promossa dagli umanisti e i valori sociali e politici espressi dalle repubbliche cittadine del primo Rinascimento si carica volentieri di una responsabilità di paradigma metastorico che la critica ha persuasivamente contestato. D’altra parte la nozione non sembra sostenere nemmeno la più ristretta accezione di un’esperienza culturale unitaria, di «una maniera propria dell’Umanesimo fiorentino, diversa da quella degli altri gruppi umanistici», troppo profonde risultando le differenze, su aspetti ideologici fondamentali, tra i letterati fiorentini così evocati. Tuttavia il concetto di Umanesimo civile rimane storiograficamente rilevante, confermando l’insistenza di Hans Baron sulla peculiarità dell’esperienza fiorentina, se si limita a riassumere la convergenza tra la rivoluzione culturale e l’elaborazione politica di una specifica vicenda cittadina, protagonista il ceto che in risposta alla rivolta dei Ciompi diede vita alla repubblica oligarchica, a sua volta infine esautorato dall’egemonia medicea. Un primo risultato di questa constatazione è una più incisiva inclusione del movimento artistico nella dimensione dell’Umanesimo civile, non in un ruolo collaterale e subalterno rispetto ai letterati, ma in quello di protagonista, di inoltrato avamposto di una nuova forma mentis, di una aurorale nuova coscienza filosofica e scientifica: un risultato che mette in discussione anche tradizionali convinzioni sulla radicale inettitudine dell’Umanesimo alla scienza. Secondo, cospicuo esito di una più puntuale definizione sociologica, la nozione proposta da Baron e dalla sua scuola non esaurisce con la caduta della repubblica oligarchica la sua pertinenza alle convinzioni e ai comportamenti del patriziato, il quale in effetti continuò largamente e a lungo a coltivare l’immagine di sé creata dall’Umanesimo civile, sebbene ormai non come orgogliosa affermazione del proprio potere, ma come difesa della propria identità sociale e di residue prerogative politiche. In realtà, assai più che non risulti ad una omogeneizzante «storiografia della decadenza», un inconciliabile conflitto di culture percorre il Rinascimento fiorentino in tutta la sua durata, investendo gli orientamenti filosofici, le concezioni artistiche e letterarie, intrecciandosi con le convulsioni politiche della città e con la tragedia della restaurazione confessionale. È appunto in tale intreccio che si possono cogliere, sino a fine Cinquecento, le ultime risonanze dell’Umanesimo civile.È sembrato importante richiamare l’attenzione da questo punto di vista su personaggi, circostanze ed episodi storiograficamente noti per altri versi: sul magistero intellettuale di Piero Vettori, nella politica culturale del principato mediceo rimasto un corpo estraneo, una testimonianza di valori della tradizione fiorentina mortificati dall’assolutismo e dall’omologazione confessionale; su un aristotelismo umanistico e laico chiamato a fronteggiare il neoplatonismo di regime e a fecondare in termini ideologicamente non neutrali i dibattiti sulla Poetica e sulla teoria musicale; sull’Accademia degli Alterati, luogo di culto di memorie repubblicane e, in qualche momento, sospettabile punto di incontro del dissenso politico. È sembrato infine che la nozione di Umanesimo civile potesse plausibilmente e fecondamente raccordare l’invenzione del melodramma L’Euridice di Peri, Rinuccini e Corsi per le nozze di Enrico IV e Maria de’ Medici alle tradizioni culturali, agli interessi sociali, ai sentimenti e progetti politici coltivati dai suoi promotori, Florentini cives non rassegnati alla subalternità e all’alluvione antiumanistica.
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